FILIPPO LINZI (diploma anno 2015-2016)linzi

Quale università e quale corso di laurea frequenti?

Attualmente frequento il terzo anno di Giurisprudenza all’Università Bocconi, corso che allo studio tradizionale del diritto affianca un forte background economico. L’anno prossimo inizierò il biennio di specializzazione in diritto d’impresa.

Quale sogno per il tuo futuro ti ha spinto a questa scelta? Ti sei confrontato anche con la realtà del mondo del lavoro (o della ricerca)?

Fin da giovane sono stato inconsciamente orientato verso il diventare un avvocato, senza avere neanche ben chiaro cosa facesse realmente: tutti quelli intorno a me sostenevano che avrei proprio dovuto farlo, visto che volevo sempre “avere l’ultima parola”! Alla fine, ho avuto la possibilità al quarto anno di liceo di assistere a delle lezioni tenute da professori della Facoltà di Giurisprudenza nell’ambito dell’attività “Scopri il tuo talento” della Bocconi, che mi hanno confermato che avevo scelto bene. Una volta in università ho avuto moltissime occasioni per confrontarmi col mondo del lavoro e della ricerca: durante l’estate del primo anno ho ottenuto uno stage in un importante studio legale milanese, che mi ha permesso di conoscere anche il lato pratico del lavoro del giurista, non visibile durante gli studi meramente accademici dell’università. Ho inoltre avuto la possibilità di entrare a far parte di un’associazione bocconiana molto legata allo sviluppo di capacità di ricerca e scrittura accademica, tramite la quale proprio in questi giorni stiamo inaugurando una collaborazione con il Dipartimento Studi Giuridici dell’università per la creazione di un Law Journal sulla scia delle pubblicazioni delle università anglosassoni e americane.

Quale ruolo ha giocato nella tua scelta e nel tuo cammino l’esperienza al Liceo San Raffaele?

Il Liceo per me è stato fondamentale non tanto per la scelta del mio percorso futuro, che come ho detto non è mai stata davvero in discussione, tanto per le competenze che mi ha dato per percorrerlo con successo. Spesso si sottovaluta quanto siano importanti gli anni che precedono l’istruzione universitaria, “tanto è lì che vado a studiare quello che mi piace e voglio fare”, mentre la fase precedente è solo un percorso obbligatorio che ci è imposto. In realtà secondo me la cosa più importante, per avere successo in ciò che si vuole fare, è la mentalità, ed è proprio questa che viene sviluppata in un liceo come il San Raffaele. Ovviamente, anche la preparazione concreta è necessaria, e potendo ora fare paragoni con gli studenti della mia università, che è ritenuta in Italia particolarmente buona, posso affermare con certezza che la preparazione di base sia stata eccellente, con una particolare nota di merito per l’inglese: nel panorama (abbastanza desolante) italiano, la conoscenza della lingua inglese risulta ancora notevolmente sottovalutata dagli studenti e trascurata dagli insegnanti, con conseguenze anche nei ranking internazionali. Per questo un grande ringraziamento va sicuramente alla Prof.ssa Bellaviti, è anche merito suo se l’anno prossimo potrò probabilmente passare sei mesi a studiare al King’s College a Londra.

Qual è l’eredità più forte che ti ha lasciato il San Raffaele? Quale il ricordo più bello?

Senza dubbio il lascito più forte, nonché più utile del mondo di oggi, del San Raffaele è stato la consapevolezza che la preparazione accademica non basta, ma va accompagnata dallo sviluppo di competenze extra-didattiche, dallo sperimentare esperienze concrete di vita e di lavoro, dal miglioramento delle c.d. soft skills, così richieste ormai dai datori di lavoro. Il Liceo, ben consapevole di questo, ha sempre proposto un range molto vasto di attività ulteriori e facoltative, e questo è stato uno dei motivi per cui lo avevo scelto fin dall’orientamento alla fine delle medie. Posso portare alcuni esempi dalla mia esperienza personale: vacanze studio all’estero, competizioni in vari campi (tra cui simulazioni del Parlamento Europeo in lingua inglese, con possibilità di essere scelti per ulteriori forum all’estero), corsi di public speaking, preparazione di certificazioni di lingua inglese, stage orientativi al quarto anno… e queste sono solo alcune delle possibilità. Un’apertura mentale di questo tipo è fondamentale poi in ambito universitario, perché ti permette di godere appieno della ricchezza culturale e di esperienze che ti viene offerta e che va molto oltre il solo frequentare le lezioni.

Che cosa ti sentiresti di dire ai tuoi “colleghi” più giovani, che si trovano ora sui banchi del liceo?

Il mio consiglio personale, coerentemente con quanto ho detto prima, è quello di sfruttare al massimo tutte le occasioni che il Liceo vi offre: non limitatevi a “svolgere il compitino”, che magari può sembrare allettante ma alla fine impoverisce (e soprattutto non sarà sufficiente in futuro, in un mondo sempre più competitivo), ma al contrario allargate il più possibile i vostri orizzonti, scoprirete che per quanto possa essere duro all’inizio, porterà sicuramente più soddisfazioni.