UMBERTO MARIA CICERI (diploma anno 2018-2019; intervista svolta a luglio 2020)
Quale università e quale corso di laurea frequenti? A quale punto sei del tuo cammino universitario?
Sto frequentando il corso di laurea in Ingegneria Matematica preso il Politecnico di Milano e ho appena terminato il primo anno.
Qual è stato il percorso che ti ha portato a questa scelta?
Quando ho iniziato il Liceo San Raffale pensavo che dopo la maturità avrei proseguito gli studi frequentando la facoltà di Medicina e Chirurgia. Nel corso degli anni però mi sono reso conto che non era la mia strada. In particolare, è stato decisivo per la mia scelta l’aver frequentato il quarto anno di liceo negli Stati Uniti. Avevo infatti inserito nel mio piano di studi materie come neurobiologia e fisiologia per poter approfittare dei laboratori molto ben organizzati e attrezzati che offrono le scuole americane e farmi un’idea più concreta. Rientrato in Italia ho razionalizzato l’esperienza dei mesi precedenti e, una volta accantonata Medicina, mi sono subito iscritto per poter sostenere il test al Politecnico al termine del quarto anno in modo di avere la sicurezza di essere ammesso e potermi dedicare con tranquillità alla conclusione del mio percorso liceale.
Dopo la maturità sono stato in dubbio tra il corso di Laurea in Ingegneria Gestionale e quello in Ingegneria Matematica, siccome entrambi i corsi di studi hanno una specializzazione in finanza ed entrambi sono trasversali rispetto agli altri corsi di Ingegneria. Alla fine incoraggiato dagli insegnanti con cui ho avuto modo di confrontarmi, anche se con un po’ di sano timore, ho scelto Ingegneria Matematica, un percorso che reputavo sfidante e stimolante e che mi sta piacendo molto.
Quale sogno per il tuo futuro ti ha spinto a questa scelta? Ti sei confrontato anche con la realtà del mondo del lavoro (o della ricerca)?
Al momento la mia unica esperienza al di fuori dell’ambito scolastico è stata limitata allo stage estivo dopo la terza liceo presso i laboratori di ricerca dell’Ospedale San Raffaele. Sicuramente è stata un’esperienza molto interessante e significativa per un ragazzo di 17 anni. Purtroppo non ho potuto approfittare dell’opportunità di stage al termine del quarto anno di liceo perché mi trovavo ancora negli Stati Uniti.
Il mio obiettivo nel futuro prossimo è conseguire la laurea triennale in corso e con una buona votazione per poi iscrivermi alla laurea magistrale sempre in Ingegneria Matematica, indirizzo Quantitative Finance, al momento non so se sempre al Polimi integrando con un programma Erasmus, o all’estero. Dopo la laurea magistrale, i miei progetti, che in questo momento sono sicuramente vaghi e per questo li definirei più sogni che progetti, sarebbero di poter lavorare in una società di consulenza strategica o in una banca d’affari.
Quale ruolo ha giocato nella tua scelta e nel tuo cammino l’esperienza al Liceo San Raffaele?
La scelta di iscrivermi ad un Liceo Classico non tradizionale rappresentava un’opportunità per potenziare la mia non particolare attitudine per le materie umanistiche, senza sacrificare il mio interesse per l’ambito scientifico. Alla fine posso dire che è stata una scelta che rifarei anche a posteriori. Anche materie come latino e greco, che non avrei mai pensato potessero appassionarmi, hanno contribuito in modo determinante alla mia formazione. Ho imparato a studiare in modo critico e con un metodo efficace che mi sta consentendo di affrontare materie totalmente nuove e piuttosto complesse con risultati soddisfacenti. Devo ringraziare gli insegnanti che ho incontrato nel percorso liceale perché la maggior parte ha creduto in me. Sono stati capaci di essere molto severi e a volte duri, ma mai penalizzanti. Hanno avuto la pazienza di aspettare la mia maturazione e sono stati i primi ad essere orgogliosi dei miei miglioramenti. Ancora oggi, con mio grande piacere, si interessano di come procede il mio percorso universitario e c’è un rapporto che va oltre i banchi di scuola.
Qual è l’eredità più forte che ti ha lasciato il San Raffaele? Quale il ricordo più bello?
I ricordi legati agli anni del liceo sono molto positivi, anche quando i risultati scolastici non erano incoraggianti. I miei insegnanti sono stati sempre un valido punto di riferimento, sia per la passione per la loro disciplina che per l’attenzione con cui si relazionavano ad ogni alunno. Hanno sempre dato un’importanza di prim’ordine alla valorizzazione di ciascuno di noi come individuo. Non ricordo molti giorni in cui mi sono svegliato avvertendo come un peso il dover andare a scuola. Siamo stati una bella classe che ha vissuto serenamente cinque anni importanti di grande crescita grazie anche all’atmosfera e al rapporto che si è creato con il corpo docente. Il principale insegnamento però è stato l’avere rafforzato la voglia di essere migliori, di affrontare le sfide e di mettersi in gioco con umiltà ma consapevolezza e determinazione.
Che cosa ti sentiresti di dire ai tuoi “colleghi” più giovani, che si trovano ora sui banchi del Liceo?
Penso che frequentare il Liceo San Raffaele sia una grande opportunità e consiglio ai ragazzi più giovani di non sprecarla. Magari non tutti hanno la maturità per rendersene conto da subito. Io stesso faccio parte di questa categoria. Durante il biennio sicuramente non ero uno studente modello. E’ stato un percorso di grande crescita che non ho affrontato da solo. Penso di avere ancora molto da dimostrare e che le sfide non siano mai finite, ma posso affermare che non so se sarei cresciuto così in consapevolezza e in motivazione se avessi frequentato un’altra scuola. L’ambiente con cui tutti i giorni mi misuravo mi ha motivato perché mi è sempre stata offerta la possibilità di migliorarmi.